Ogni generazione è convinta che la propria epoca sia il preludio dell’Apocalisse. Dall’Impero Romano in rovina ai boomer terrorizzati dai meme su TikTok, la sensazione che tutto stia andando a rotoli è una costante della storia umana.
Ma siamo davvero alla fine della civiltà o stiamo solo assistendo all’ennesimo reboot con pessimi effetti speciali?

Il mito del “prima era meglio”

Da Platone che si lamentava della gioventù ateniese a nonna che ti ricorda come ai suoi tempi i ragazzi fossero educati (e senza Internet!), la nostalgia per un passato idealizzato è più vecchia del debito pubblico.

Esempi storici di crisi e riprese:

  • “L’Impero Romano è spacciato!” – 410 d.C., quando i Visigoti saccheggiarono Roma e la gente pensò fosse la fine. (Spoiler: l’Impero d’Oriente sopravvisse per altri 1000 anni.)
  • “Il Medioevo? Un disastro!” – Certo, se dimentichiamo la nascita delle università, l’architettura gotica e Dante che inventò il dissing letterario.
  • “Gli anni ’80 erano il massimo!” – Se ignoriamo le spalline inguardabili, la lacca per capelli cancerogena e il fatto che i cellulari pesavano come un mattone.

Bias della memoria

Il nostro cervello ci inganna, selezionando i bei ricordi e rimuovendo le rogne. Come quando ci ricordiamo solo le feste universitarie e non gli esami umilianti.

L’effetto amplificatore dei media

Una notizia negativa oggi rimbalza su dieci piattaforme diverse in dieci secondi, facendoci credere che il mondo stia implodendo ogni giorno.
E no, non era meglio quando c’era solo il telegiornale delle 20: la censura e il controllo dell’informazione erano solo più discreti.

Cosa ci spaventa oggi e perché?

Se i titoli dei giornali avessero sempre avuto ragione, saremmo già estinti dieci volte.
Vediamo le attuali minacce “mortali” per la civiltà.

  • Clima e risorse – Certo, la crisi climatica è seria, ma la Terra ha già visto estinzioni di massa peggiori (grazie, meteorite del Cretaceo!). Il punto è se ci adattiamo o aspettiamo che ci pensino gli alieni.
  • Tecnologia e automazione – “I robot ci ruberanno il lavoro!” – Lo dicevano anche dei telai meccanici nell’800 e guardaci ora: più stressati, ma con la lavastoviglie.
  • Politica e instabilità sociale – Cicli infiniti di populismo, rivoluzioni e scandali. Eppure siamo ancora qui, mentre i governi cadono più velocemente delle celebrità che twittano cose imbarazzanti.

La civiltà è davvero in declino? Opinioni divergenti

Ci sono due scuole di pensiero: i declinisti catastrofisti e i progressisti ottimisti.
Vediamo chi ha ragione (spoiler: nessuno al 100%).

  • Declinisti convinti – “Stiamo regredendo!” dicono guardando i reality show e le challenge su TikTok. Dimenticano però che nel Medioevo la gente si curava con sanguisughe.
  • Progressisti ottimisti – “Mai stati meglio!” proclamano, citando statistiche su povertà in calo e aspettativa di vita in crescita. Certo, ma spiegatelo a chi sta in coda per 800€ di affitto in una stanza condivisa.
  • La verità sta nel mezzo – Ogni epoca ha crisi, ma anche soluzioni. Il problema non è il declino, ma il nostro eterno senso di insoddisfazione cronica.

Lezioni dal passato: adattarsi o morire

Se c’è una cosa che la storia ci insegna, è che le civiltà più flessibili sopravvivono.
I Romani pensavano che gli Unni fossero il problema, ma erano loro che non si adattavano ai nuovi tempi. Oggi il problema non è l’AI, ma il fatto che stiamo ancora cercando di scrivere email con formule inutilmente formali.

E come diceva Ibn Khaldun, il declino inizia quando le élite diventano pigre e corrotte.
Quindi, se vuoi salvare la civiltà, inizia col non eleggere incompetenti e con l’evitare di condividere fake news su Facebook.

Conclusione: Allarmismo o realtà? Tu da che parte stai?

Siamo sempre stati sul baratro dell’autodistruzione, eppure ogni volta ce la caviamo.
Forse il segreto è smettere di piangersi addosso e iniziare a pensare a come rendere la civiltà un po’ meno idiota.

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