Siamo più intelligenti o più stupidi?
Ci piace pensare di essere all’apice dell’intelligenza umana. Abbiamo supercomputer tascabili, accesso istantaneo alla conoscenza e possiamo ordinare il sushi senza alzarci dal divano. Eppure, crediamo ancora agli oroscopi, ai complotti sui rettiliani e alle diete detox con succo di sedano.
Allora la domanda è lecita: siamo più intelligenti o più stupidi rispetto al passato?
La risposta è complicata, ma una cosa è certa: se stai leggendo questo articolo, almeno sai ancora leggere. Un buon segno.

La Paranoia del Declino Cognitivo: “Una volta eravamo più intelligenti”
Il problema?
Ogni generazione è convinta che la successiva sia più stupida. È lo stesso ritornello dai tempi di Socrate:
“I giovani oggi non rispettano più le tradizioni, parlano troppo e scrivono male.”
Sostituite “parlano troppo” con “usano WhatsApp” e vi sembrerà il discorso di vostro zio alla cena di Natale.
Esempio storico:
- Nel Medioevo si diceva che l’alfabetizzazione era pericolosa: troppi libri e la gente avrebbe smesso di lavorare.
- Negli anni ’50 si diceva che la TV avrebbe reso tutti degli zombie.
- Oggi si dice che i social media ci stanno rincoglionendo. Forse è vero, ma non è una novità.
Morale:
La nostalgia è una droga potente. Ma la verità è che l’intelligenza umana non è in declino. Cambia forma. Il problema è che continuiamo a misurarla con strumenti vecchi.
Il QI è in Calo? Dipende da Come lo Misuri
Il dilemma?
Ci sono studi che dicono che il QI medio sta diminuendo. Ma altri dicono che sta aumentando.
La realtà è che l’intelligenza non è solo capacità di risolvere test logici.
Esempio attuale:
- Il test del QI misura logica e matematica, ma ignora creatività e adattabilità.
- Siamo meno bravi a memorizzare dati (grazie Google), ma più veloci a trovarli e usarli.
- Sappiamo meno di agricoltura rispetto ai nostri nonni, ma più di intelligenza artificiale. Cosa conta di più?
Morale:
Se il criterio di intelligenza è saper accendere un fuoco, allora sì, siamo più stupidi dei cavernicoli.
Ma se è saper navigare la complessità di un mondo iperconnesso, allora siamo più intelligenti che mai.
L’Intelligenza si è Frammentata: Specialisti vs. Generalisti
Cosa sta succedendo?
Un tempo sapere “un po’ di tutto” era un segno di intelligenza. Oggi viviamo in un mondo di specialisti.
Ma è un bene o un male?
Esempio attuale:
- Un esperto di fisica quantistica può essere un disastro nel fare la spesa.
- Un influencer di TikTok può avere milioni di follower, ma non sapere dove sta il Nepal.
Conclusione:
L’intelligenza oggi è meno diffusa orizzontalmente e più concentrata verticalmente.
Sappiamo tanto su poco e poco su tanto.
Forse non siamo meno intelligenti, siamo solo più sbilanciati.
L’Illusione della Competenza: Perché Tutti Credono di Sapere Tutto?
Il problema?
Internet ha dato accesso alla conoscenza, ma ha anche creato l’illusione di competenza.
Bastano due video su YouTube e un thread su Reddit per sentirsi esperti di qualsiasi argomento.
Esempio attuale:
- Il virologo con 30 anni di esperienza vs. lo zio che ha letto un post su Facebook e pensa di aver capito tutto sulle pandemie.
- Il meccanico professionista vs. il tizio che ha visto un tutorial e ora crede di poter smontare il motore della sua auto.
Morale:
Sapere qualcosa non significa capirla. E Google non sostituisce una laurea.
Conclusione: Intelligenti o Stupidi? Dipende da Chi lo Chiede
Forse il vero problema non è se siamo più intelligenti o più stupidi.
È che viviamo in un’epoca in cui possiamo misurare tutto, tranne il buon senso.
“E tu, pensi che la società stia diventando più intelligente o più scema? Illuminami nei commenti.”