Se hai mai avuto a che fare con la burocrazia o con un qualsiasi ente pubblico, avrai sicuramente sperimentato l’inesorabile realtà dell’incompetenza burocratica: un fenomeno che porta alla proliferazione di individui autoreferenziali, incapaci e totalmente scollegati dalla realtà. Come fanno queste persone non solo a sopravvivere, ma persino a prosperare all’interno del sistema? La risposta è tanto semplice quanto deprimente: perché la macchina amministrativa le seleziona, le premia e le protegge, alimentando un circolo vizioso di inefficienza e stagnazione.

Requisiti per una brillante carriera nell’Inutilità Pubblica
Dimentica il talento. Dimentica la competenza. Se vuoi avere successo come funzionario pubblico o politico, devi padroneggiare l’arte dell’apparire senza mai fare, parlare senza mai dire nulla e incassare senza mai restituire. Ecco i tratti distintivi di chi emerge in questi ambienti:
- Principio di Peter incarnato
Se sei bravo in qualcosa, non farlo vedere troppo: rischieresti di rimanere inchiodato al tuo ruolo senza mai fare carriera. L’ideale è essere mediocri al punto giusto, abbastanza incapaci da non risultare minacciosi, ma sufficientemente scaltri da farti passare per esperto. Se sai parlare con enfasi di cose che non capisci, sei già sulla buona strada per la direzione generale. - L’autocelebrazione perpetua
Ogni decisione, anche la più ovvia e ridicola, deve essere accompagnata da un comunicato stampa in cui ci si vanta del grande traguardo raggiunto. Hai comprato una nuova stampante per l’ufficio? Emissione di un dossier con grafici e un evento inaugurale con buffet. Hai deciso di partecipare a una fiera senza avere materiale adeguato? Stampa di magliette e post su Facebook. Il segreto è sempre lo stesso: far credere di fare cose straordinarie, mentre in realtà si galleggia. - La gestione creativa del tempo
Il concetto di urgenza non esiste, a meno che non si tratti dell’accredito dello stipendio o dell’ottenimento di un rimborso spese. Tutto il resto può attendere, essere rinviato, rimpallato tra uffici, archiviato sotto una pila di scartoffie e infine seppellito in qualche PEC non letta. Se il problema dovesse ripresentarsi, basterà istituire un tavolo di lavoro che non produrrà alcun risultato concreto. - L’uso strategico del burocratese
Dire cose comprensibili è da dilettanti. Il vero professionista dell’apparato istituzionale comunica in un codice indecifrabile, con frasi interminabili e astratte che sembrano dire tutto e niente allo stesso tempo. Esempio pratico: “Alla luce delle esigenze emerse in sede di confronto interistituzionale, riteniamo opportuno implementare un percorso sinergico volto all’ottimizzazione delle risorse nel quadro di un’azione sistemica.” Traduzione: “Non faremo niente, ma suona bene.” - Il culto dell’irrilevanza
Sei un’autorità di bacino? Invece di coordinare interventi concreti per la tutela del territorio, concentrati sulla creazione di loghi, patrocini e depliant con foto stock. Sei un assessore al turismo? Non incentivare realmente l’economia locale, piuttosto partecipa a qualche evento con fascia tricolore e stringi mani. La regola è chiara: più l’azione è inutile, più sarà celebrata. - La cerchia di leccapiedi
Un vero leader dell’incompetenza si circonda di una corte di fedeli yes-men. Questi servitori zelanti hanno il compito di annuire a ogni decisione, elogiare il capo con post sui social, diffondere voci su fantomatiche grandi capacità e, soprattutto, isolare chiunque osi proporre un’idea concreta. Ogni ambiente burocratico ha il suo sottobosco di portaborse, segretari e consulenti che non producono nulla se non consenso forzato.
Si nasce o si diventa?
Esiste una predisposizione genetica all’inutilità istituzionale o è l’ambiente a plasmare certi comportamenti? Probabilmente entrambe le cose. Chi ha una vocazione naturale per l’autoreferenzialità e il parassitismo trova terreno fertile nelle istituzioni. Chi entra con buone intenzioni, invece, ha due alternative: o si conforma, accettando il lento processo di lobotomia amministrativa, oppure viene espulso come un corpo estraneo.
Come spezzare il ciclo?
Diciamolo chiaramente: non ci sono soluzioni facili. La trasparenza viene osteggiata da chi trae vantaggio dall’opacità, la meritocrazia fa paura a chi è abituato a far carriera per inerzia e il cambiamento spaventa chi prospera nel torpore. Tuttavia, qualche idea provocatoria potrebbe valere la pena di essere discussa:
- Test di logica per accedere a ruoli pubblici (eliminerebbe un buon 80% degli attuali funzionari).
- Sistema di valutazione delle performance con penalizzazioni economiche per l’incompetenza.
- Divieto di comunicati stampa autoreferenziali.
- Introduzione del reato di “idiozia amministrativa”.
Ma forse, alla fine, l’unica vera speranza è che la macchina burocratica collassi sotto il peso della propria insostenibile inefficienza.
L’Incompetenza Istituzionalizzata: Bias Cognitivi e Mancanza di Trasparenza
L’incompetenza nei ruoli di potere non è un’anomalia, ma una conseguenza sistemica ben documentata. Il Principio di Peter dimostra come le persone vengano promosse fino a raggiungere il loro livello di inefficienza, un fenomeno confermato da studi come quello pubblicato su Harvard Business Review, che ne evidenzia l’applicabilità nella gestione delle risorse umane. A questo si aggiunge l’Effetto Dunning-Kruger, secondo cui gli incompetenti tendono a sovrastimare le proprie capacità, ignorando i propri limiti cognitivi (Wikipedia). Un mix esplosivo che spiega perché molti funzionari pubblici e politici si credano dei luminari, mentre affondano nei loro stessi errori.
Ma l’incompetenza non prospera da sola: è favorita da un ecosistema di corruzione e opacità amministrativa. Secondo i report di Transparency International, la scarsa trasparenza nelle istituzioni crea un terreno fertile per la mediocrità e il nepotismo, premiando la fedeltà ai giochi di potere anziché le competenze. Fortunatamente, esistono strumenti di monitoraggio come Openpolis, che analizza l’attività politica italiana e ne valuta il grado di trasparenza, mettendo in luce le (numerose) carenze del sistema.
Morale della favola? Non è un caso se la burocrazia sembri spesso un pantano senza fondo: è il risultato di dinamiche precise, studiate e prevedibili, che continuano a perpetuarsi indisturbate.
Se hai avuto esperienze con questi personaggi, raccontacele nei commenti! La realtà supera sempre la satira.